SICUREZZA SUL LAVORO: MENO BUROCRAZIA E PIU’ CONTROLLI

Quello che a tutti deve essere chiaro è che la sicurezza nei luoghi di lavoro è una sfida di tutto il sistema, imprenditori, lavoratori, rappresentanze e Organi di controllo.

La vera rivoluzione culturale non si farà continuando a posticiparla al momento dell’inserimento lavorativo, ma ci sarà solo quando la cultura del lavoro farà il suo ingresso a pieno titolo nelle aule di scuola di ogni ordine e grado e avremo lavoratori e imprenditori attenti all’argomento come un argomento principale e non come un aspetto da prendere in considerazione quando passa il consulente o quando c’è un’ispezione

 

I giovani vanno abituati al rispetto delle regole di sicurezza, perché saranno loro gli imprenditori, la classe dirigente e i lavoratori del futuro e per questo bisogna investire su di loro e coinvolgerli fin dall’età scolare, cercando di comprendere con i docenti i programmi, le iniziative da intraprendere per creare il loro interesse, ma soprattutto quali sono gli aspetti concreti della sicurezza, non quelli burocratici. Avere un attestato per la partecipazione ad un corso dove un lavoratore ha imparato la teoria (ma in pratica non riesce ad applicarla) o peggio, l’attestato è rilasciato a prescindere da quello che ha imparato, non aiuta la Sicurezza (con la S maiuscola), ma solo la burocrazia

Tutte le volte che si parla di sicurezza sul lavoro, si mette in evidenza quella una mole di adempimenti a carico delle aziende, complessi, spesso impossibili da fare da soli: servono consulenti vari, costi, tempi tecnici.

Purtroppo non sempre tutta questa burocrazia produce sicurezza effettiva sui luoghi di lavoro. A volte capita che un piano di sicurezza sia talmente complesso, per la specificità del settore produttivo magari, che non sia così agevole capire se è adeguato oppure no. (fino a quando non capita un infortunio grave o mortale).

Può capitare che la sicurezza sia solo sulla carta. Così come nel caso della funivia Stresa-Mottarone può accadere che un impianto collaudato, sottoposto a verifiche, usato da centinaia di persone, sia modificato per fermare i sistemi di allarme. A volte non ci sono denunce, nemmeno anonime da parte di chi potrebbe farne. Non bisogna mai dimenticare che ogni volta che ci voltiamo dall’altra parte, siamo complici. Troppo facile additare senza sentirsi minimamente responsabili, nel piccolo come nel grande.

Più controlli, meno burocrazia per rispettare le norme ma anche premi per le imprese che investono in sicurezza

E per far fronte a queste continue tragedie e tutelare i lavoratori non si tratta di fare nuove leggi, o di renderle più restrittive, ma semplicemente cominciare a pensare che “adesso è il momento di farle rispettare”

Se in questo periodo storico, chi le rispetta, viene premiato, ben venga se aiuta a fare le cose come vanno fatte

Sono contrario ai premi per fare il proprio dovere: il premio va dato a chi fa di più, a chi fa meglio, a chi in qualche modo si distingue. In questa fase invece potrebbe essere un modo di addolcire la pillola. Ti premio per farti capire che se rispetti la Sicurezza sul lavoro ne avrai dei vantaggi. Questi vantaggi che avrai modo di toccare con mano ti aiuteranno a creare un’abitudine alla Sicurezza che non ti abbandonerà più. Da quel momento in poi ci guadagneremo tutti.

 

Per farlo, però, dobbiamo potenziare di più i controlli in quanto la nostra cultura mette in luce delle sfaccettature negative che vanno contrastate per evitare sprechi. Altrimenti i “premi” andranno ai soliti furbetti e gli onesti e volenterosi ne avranno solo i costi

Ridurre la burocrazia di chi vuole rispettare le norme contro gli infortuni si può fare, si può ragionare, ovviamente per chi si impegna in modo serio

E gli incentivi alle imprese? In realtà alcuni incentivi già ci sono, tramite i Fondi Professionali, l’INAIL i bandi Regionali. Forse sono pochi e mal distribuiti, ma al momento è quello che passa il convento.

La Sicurezza sul Lavoro non va fatta per il “premio” ma per la continuità dell’azienda: quanto ci rimetto se un lavoratore si fa male e rimane a casa in infortunio per una settimana? Senza pensare alle cose più gravi (che hanno sicuramente la loro importanza soprattutto in alcuni settori) la cultura della sicurezza in azienda ha degli aspetti positivi che spesso vengono sottovalutati

Quali sono i costi di un infortunio? Se la mia azienda ha 3 dipendenti e un lavoratore rimane a casa una settimana per un taglio al dito, la mia azienda (con il 33% della forza lavoro in meno) che problemi ha? Quanto ci rimette? Quanto non incassa? Quanto sovraccarica gli altri lavoratori (i 2 rimasti?)

 

Sono tutte riflessioni che non possono essere “premiate” in quanto non sono oggetto di miglioramento. In realtà il “premio” vero è il maggior guadagno, il lavoro più stabile, la riduzione degli sprechi, … che in alcune aziende potrebbe essere addirittura un premio maggiore di quello che è in grado di dare lo Stato o la struttura pubblica

 

Certamente la minor burocrazia per le aziende virtuose aiuta ancora di più, soprattutto a non perdere tempo sulle carte (a volte è necessario, non è una perdita di tempo, ma non sempre) e dedicarsi di più a migliorare la vita e la salute della nostra azienda. La conseguenza è la miglior salute delle nostre economie

 

Ai posteri l’ardua sentenza