IMPARARE DAGLI ERRORI: QUANDO SI E’ INVESTITI DA UN MEZZO DI LAVORO

A questo proposito citiamo la scheda Inail “ Investimento dei lavoratori in ambienti di lavoro”, che analizza le dinamiche infortunistiche di molti infortuni raccolti dall’ente ed evidenzia che gli infortuni riguardano diverse tipologie di mezzi, “da quelli direttamente operanti all’interno del ciclo produttivo a quelli esterni all’attività di lavoro”.

La percentuale maggiore (31%) spetta “ai mezzi pesanti, quali ad esempio autoarticolati o camion, seguiti da autovetture (spesso coinvolte negli investimenti avvenuti all’interno dei cantieri stradali) e pale gommate, entrambe con la quota del 17%. Nel 12% degli eventi gli operatori sono stati travolti sui binari da treni in movimento; medesima la quota in cui sono coinvolti i carrelli elevatori, prevalentemente in zone adibite a carico/scarico merci”. Ovviamente i media ce lo raccontano, parzialmente, ma secondo me lo fanno solo quando fa loro comodo, non di certo per darci informazioni corrette. Almeno l’INAIL ci fornisce qualche statistica utile per i ragionamenti

 

Esempi di infortuni professionali causati dall’investimento

Il primo evento (infortunio avvenuto con un mezzo di sollevamento)

Un lavoratore straniero, con contratto a tempo indeterminato, è intento a pulire una parte di pavimento sotto il barchessale, un edificio di servizio, con l’uso di una grossa scopa.

In particolare, pulisce nelle vicinanze della linea scortecciatrice dove lavora normalmente stando sul pulpito, quando viene investito da un mezzo di sollevamento tronchi guidato da un collega.

Le indagini hanno rilevato che presumibilmente il collega “non si accorgeva della sua presenza a causa dell’assenza degli specchietti retrovisori rotti. L’investimento procurava lo schiacciamento del corpo con le ruote gommate del mezzo. L’operatore è stato ritrovato a terra davanti al pulpito sotto il capannone, fra il pilastro dello stesso e la linea scortecciatrice”.

 

Il fattore causale riportato dalla scheda riguarda il fatto che “il mezzo di sollevamento non aveva gli specchietti retrovisori”.

 

Il secondo evento (incidente avvenuto in una ditta che commercializza farine di origine animale destinate alla produzione di mangimi petfood e fertilizzanti organici)

All’interno del magazzino per la movimentazione delle farine da stoccare e per il caricamento degli impianti sono utilizzate pale meccaniche su gomme, dotate di cabina chiusa. Un lavoratore ha il compito di seguire le attività di produzione, pianificazione e processo dello stabilimento.

L’infortunio avviene a seguito dell’investimento da parte di una pala meccanica. Non vi sono testimoni diretti dell’accaduto. “L’autista dichiara che mentre procedeva a marcia avanti sentiva un sussulto del mezzo, posteriormente a sinistra, si arrestava, scendeva per vedere cosa fosse successo e si accorgeva dell’infortunato a terra dolorante. Si presume che l’infortunato, nell’intento di dare istruzioni all’autista della pala, si sia avvicinato tentando forse di salire la scaletta di accesso alla cabina con il mezzo in movimento. Nel fare ciò è stato evidentemente investito dalla ruota posteriore. Nel fabbricato non erano stati individuati percorsi separati tra uomini e mezzi. Essendo un ambiente polveroso, i mezzi erano cabinati e le comunicazioni con il personale a terra erano difficoltose anche a causa della rumorosità ambientale”.

 

Questi, dunque, i fattori causali individuati nella scheda:

l’infortunato “cercava di salire sulla pala meccanica per comunicare con il conducente in quanto non erano previsti sistemi di comunicazione indiretta”;

“nel fabbricato non erano stati individuati percorsi separati tra uomini e mezzi

 

Come si può leggere, a volte i lavoratori cercando di risolvere i problemi concreti, che gli complicano l’attività, decidono di eseguire azioni che non sono scelte in quanto sicure, ma solo perché comode, oppure perché abbiamo sempre fatto così

Una corretta valutazione delle attività deve impedire queste decisioni estemporanee proprio perché non si verifichino gli infortuni

La cosa migliore per un piccolo imprenditore è sorvegliare (direttamente è meglio, ma a volte basta anche tramite i preposti) e far sì che l’operatore si senta libero di segnalare i problemi. Un percorso separato a volte è facile da trovare, basta evidenziarlo. In altri casi comporta un percorso un po’ più lungo con un aggravio dei tempi, ma se ci si ragiona insieme, si possono trovare soluzioni ottimali per tutti