FONDI PROFESSIONALI: a cosa servono?

Negli ultimi anni molte aziende hanno aderito ai Fondi Paritetici Interprofessionali (da ora in avanti Fondi Professionali) e li hanno sfruttati per ridurre le spese aziendali. Cosa sono e come funzionano? Cerchiamo di capirlo insieme

 

Cos’è un Fondo Professionale?

Ogni azienda per contratto versa uno 0.30% di ogni busta paga all’INPS come contributo per creare una riserva utile a formare i dipendenti. La normativa è nata negli anni Novanta del secolo scorso e ha trovato un’applicazione concreta prima nell’industria e poi un po’ alla volta in tutti i settori. Un’applicazione vera e propria si è cominciato ad averla all’inizio di questo millennio con la L 388/2000

Il fondo è gestito dai rappresentanti dei lavoratori e delle imprese e possono utilizzarli le aziende che hanno aderito al fondo e che sono in regola con i versamenti dei contributi integrativi per la disoccupazione involontaria

Lo scopo è garantire la formazione continua del lavoratore finanziando la qualificazione e in alcuni casi la riqualificazione professionale delle sue competenze. Infatti, agli inizi si parlava di corsi di inglese, di informatica, a volte di sicurezza sul lavoro, ma il più delle volte erano progetti nati con lo scopo di migliorare le competenze del lavoratore. Sono stati fatti corsi sull’organizzazione aziendale, sulla qualità, sulla gestione del cliente, la comunicazione, …

Dal 2000 in poi è stata data una struttura organica a questo concetto che in sintesi può essere descritta come:

  • l’azienda versa lo 0.30% all’INPS con i relativi contributi che mensilmente vanno all’INPS
  • se dichiara di aderire ad un Fondo Professionale, l’INPS periodicamente (non lo fa ogni mese) gira i soldi raccolti ai singoli fondi
  • il Fondo, ricevuto il dovuto, lo mette a disposizione dell’azienda per un utilizzo diretto oppure con bandi pubblici

Come funzionano i Fondi Professionali

Ogni Fondo ha le sue regole, scelte e implementate per gestire al meglio la formazione dei propri iscritti. In tutti possiamo ravvisare due modalità:

  • utilizzo diretto: il nome specifico può cambiare, ma il concetto è sempre quello. Io azienda ho un “tesoretto” in €uro, decido di utilizzarlo, per cui presento un progetto formativo. Al termine del progetto, lo rendiconto chiedendo di ricevere la somma (dei miei soldi) che ho preventivato in fase di progettazione
  • utilizzo con bandi pubblici: in questo caso i soldi del “tesoretto” potrebbero non essere sufficienti a creare un progetto vero e proprio, per cui aderisco ad un bando, con le relative regole, in cui il Fondo mette a disposizione dei soldi per fare la formazione. In questo modo anche se l’azienda ha usato tutti i fondi oppure non riesce ad accantonarne a sufficienza in quanto piccola (pochi dipendenti vuol dire pochi soldi accantonati), comunque può finanziare la formazione

Se i soldi del fondo sono quelli versati dall’azienda, da dove vengono i fondi per i bandi pubblici? In questo caso il Fondo è obbligato a rimettere in circolo i soldi che recupera dalle aziende che versano, ma entro due anni non li utilizzano. Cosa significa? Immaginate di essere un’azienda con 3 lavoratori, di versare regolarmente, ma l’accantonato dopo due anni ammonta a circa €300: un po’ poco per fare formazione. Ecco che se non si partecipa nemmeno ad un bando pubblico, questi soldi vengono azzerati e incamerati dal fondo per fare i bandi

 

Come posso usare i Fondi Professionali?

Le regole materiali del fondo cambiano da fondo a fondo, ma il concetto di base per tutti è lo stesso. Devo sapere quali esigenze di formazione ho nella mia azienda e fare un progetto sostenibile economicamente. I progetti quindi possono essere:

  • Utilizzo diretto: pago qualcuno per fare la formazione, poi il fondo rimborsa l’azienda
  • Utilizzo con bando pubblico: partecipo al bando, il fondo paga il docente quindi io azienda non pago nulla, tranne i soldi che ho del mio “tesoretto” (anche se fosse €0.01) e la mancata produttività dei lavoratori che si trovano in formazione

In pratica la differenza tra i due sistemi è il flusso di cassa: nel primo caso ho un’uscita e poi un recupero (di solito entro 3/6 mesi, ma a volte anche 12), nel secondo caso non ho l’uscita di cassa

 

Cosa posso progettare per la mia azienda?

Piccola o grande che sia la tua azienda, l’importante è che il progetto sia sostenibile economicamente. Quindi di solito, assistiamo le aziende facendo questo ragionamento:

  1. verifichiamo le necessità di formazione del prossimo anno
  2. individuato il fondo di appartenenza (o quello più conveniente), verifichiamo il budget e le regole del fondo
  3. dal budget vediamo di capire quali corsi di formazione possiamo far rientrare nel finanziamento (tutti, solo alcuni) in modo da capire se ci sono degli extra non finanziati
  4. presentiamo il progetto concordato
  5. eroghiamo la formazione
  6. rendicontiamo il progetto e incassiamo (o facciamo incassare all’azienda) il finanziamento

C’è un fondo a cui conviene iscriversi?

In realtà questa domanda oggi perde di valore. Data la regola che una volta iscritti non si può cambiare finché ci sono progetti aperti, la realtà è che possiamo cambiare fondo ogni volta che vogliamo. L’unico rischio che rimane è la perdita del residuo (ma se l’abbiamo già usato potrebbe essere insignificante) e i tempi tecnici perché il nuovo fondo “ci veda”, cioè sappia che siamo aderenti con il primo versamento. Questo, infatti, dipende dai tempi tecnici dell’INPS e non abbiamo nessun controllo. Potrebbe essere che il mese dopo l’INPS faccia l’aggiornamento, come pure che scada tra tre mesi

Pertanto, da quest’anno, per i nostri clienti abbiamo la possibilità di gestire 3 fondi diversi tramite i nostri partner

  • Fondimpresa
  • Fonarcom
  • Fondo Conoscenza

Ognuno ha delle regole che lo contraddistinguono, per cui a seconda dell’adesione, richiede un partner specializzato, che conosca il fondo e sappia dirci come sfruttarlo

Ogni costo del progetto (partner compreso) viene incluso nel progetto stesso. Ovviamente non essendo un budget illimitato, deve essere comunque sostenibile economicamente come previsto dalle regole del bando.

 

Conclusioni

Negli ultimi 10 anni abbiamo gestito molti progetti finanziati e avuto un ottimo riscontro dalla modalità di gestione del fondo. Cosa abbiamo realizzato?

L’aspetto principale è stato aumentare la collaborazione e la condivisione delle competenze tra più lavoratori. Se normalmente l’azienda avrebbe formato una o due persone, con il finanziamento siamo riusciti ad estenderlo a 4, 5 o più persone. In questo modo le competenze dell’organico aumentano con un miglioramento generale dell’attività

Il secondo aspetto che è stato apprezzato dai nostri clienti è che, pur essendoci un po’ di burocrazia da fare, in media almeno una volta all’anno si riesce a partecipare ad un progetto finanziato, a volte diretto, a volte con bandi pubblici, per cui con una buona organizzazione delle esigenze formative, si riesce a finanziare mediamente il 50/80% di tutta la formazione, in alcuni casi anche 100%. Da cosa dipende questa variabilità della percentuale?

  • Primo dal numero di dipendenti in azienda e da quanti si decide di formare. Il numero di “teste” può influire sulla dimensione del progetto e quindi sui relativi costi (quindi sostenibilità economica)
  • Secondo dalle esigenze interne dell’azienda: a volte si è deciso di non partecipare ad un bando in quanto non si riusciva ad organizzare la formazione, per esempio, perché uno o più dei destinatari non erano più presenti in azienda. Oppure non si avevano le caratteristiche richieste per partecipare, per esempio, per bandi orientati agli under 29 oppure agli over 50. Senza il numero specifico del bando non si riesce a partecipare
  • Terzo, dalla variabilità dell’organico: se oggi inserisco un lavoratore e ha bisogno di 8 ore di formazione da fare domani, il progetto finanziato non può essere sfruttato se non è almeno stato presentato. Quindi i corsi di formazione richiedono una pianificazione accurata perché non posso fare un corso per una persona e dopo chiedere al fondo un rimborso. Normalmente devo prima avvisare il fondo (con un progetto sostenibile) e poi una volta erogato e rendicontato avrò il mio rimborso. Quindi a volte alcuni corsi sono risultati fuori dalla progettazione, ma dal punto di vista del risparmio sicuramente l’azienda non si è lamentata.

Insomma, non è tutto oro quello che luccica, ma sicuramente un’ottima opportunità per sfruttare i soldi che l’azienda versa e in alcuni casi anche di più

Una buona formazione può portare ad un vantaggio di circa 1 a 4: per ogni €uro speso, circa €4 di ritorno sotto forma di formazione erogata e miglioramento dell’organizzazione

 

Ai posteri l’ardua sentenza